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Esistono ancora gli eschimesi?


Parlando di neve vista da spettatori, turisti, o semplicemente curiosi della materia, mi viene da pensare automaticamente anche ai popoli che convivono da sempre con questo fenomeno atmosferico e vivono proprio tra la neve: che freddo...solo a pensarci!


Non devono però pensarla così gli Eschimesi, popolazioni indigene che abitano da sempre parte della regione circumpolare settentrionale, dalla Siberia al Canada. Sebbene ora il termine più utilizzato per chiamare queste popolazioni - in Alaska ed in tutto l’Artico - sia in realtà Inuit e non più eschimesi, questa parola ormai viene associata automaticamente a igloo, neve e temperature polari!


Da un punto di vista strettamente etimologico, il termine “Eschimese” deriva da una parola il cui significato è “rete delle racchette da neve” (o, secondo un’altra accezione, “mangiatori di carne cruda“), mentre “Inuit” significa “persone”: ecco perché adesso si tende a preferire l’utilizzo di quest’ultimo termine dall’accezione più neutra e meno categorizzante rispetto al primo.

Ma oggi, esistono ancora tanti eschimesi? Secondo l’ultimo censimento effettuato, al mondo vi sono 57.152 eschimesi e 23.797 appartenenti ad un altro gruppo che vive nelle Isole Auletine (Alaska) e che sono chiamati Aleut. Non proprio pochi direi!


Vediamo di conoscere meglio questi popoli così particolari per la loro scelta di vita, confermata ancora oggi nonostante ci siano prospettive migliori rispetto al passato: potrebbero infatti abbandonare i villaggi innevati ed i ghiacciai per territori ugualmente incontaminati ma sicuramente più confortevoli...non trovate?!

Parliamo della loro società: la famiglia è il fulcro centrale della loro comunità e l'uomo più anziano ne è il leader; i maschi sono soprattutto cacciatori ed alle ragazze viene tradizionalmente insegnato a cercare il miglior cacciatore come marito (..).


Ma la società non è composta soltanto da cacciatori: ci sono anche comunità di artisti che vivono principalmente nella parte più vasta del Canada: molti intagliano sculture in pietra, avorio e ossa di animali. Altri dipingono, realizzano ceramiche, scattano fotografie e ne fanno stampe; recentemente, si sono create cooperative di artisti che gestiscono insieme le attività, mettendo anche in vendita le proprie opere artistiche.


Gli anziani Inuit invece, costituiscono soltanto il 2% della popolazione complessiva ed hanno il ruolo di insegnanti della lingua, dei valori e delle tradizioni. A proposito di lingua, il principale linguaggio usato è caratterizzato da numerosi dialetti che differiscono per regione e comunità...anche capirsi lì è complicato!


Dal punto di vista spirituale e/o religioso, sebbene molti Inuit oggi siano cristiani, si tende a praticare ancora lo sciamanesimo (la credenza negli spiriti e il condizionamento nella vita degli esseri umani) che però sicuramente è stato molto più diffuso in passato.

Ora però sfatiamo un mito da sempre legato a queste popolazioni: gli igloo come loro abitazioni.

In realtà gli Inuit utilizzano gli igloo quasi esclusivamente come rifugi di caccia, ed abitano in realtà in vere e proprie case. L’origine dell’utilizzo degli igloo da parte degli Inuit va ricercata nel passato: i cacciatori erano soliti spostarsi verso aree vicine al ghiaccio marino, dove potevano cacciare le foche ed ecco che spesso gli capitava di soggiornare in questi igloo anche per interi inverni!


A proposito di alimentazione...le terre ghiacciate coperte di neve non sono certo adatte alla coltivazione di piante! Ecco che gli eschimesi sono principalmente carnivori ed è soltanto nella stagione estiva che le popolazioni si dedicano alla raccolta di alcuni alimenti vegetali come bacche, erbe, tuberi, radici ed alghe.


Abbiamo visto come queste popolazioni riescano a sopravvivere alla neve perenne..(chapeau!) ma vi starete chiedendo, e l’abbigliamento?

Per reggere alle temperature sotto zero, gli eschimesi si vestono con la pelle di caribù, un materiale che offre un isolamento imbattibile contro il freddo estremo: caldo, leggero, resistente e persino idrorepellente!

A tal proposito, è dagli eschimesi che proviene l'uso del parka, una giacca con cappuccio fatta in pelle di caribù e indossata con una pelliccia al suo interno. Anche gli stivali che gli eschimesi indossano sono fatti con pelle di caribù e pelliccia: sono perciò resistenti, caldi, leggeri e dotati di flessibilità quasi quanto le nostre pantofole!




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