La neve si mangia?!
- Lara Ferrari
- 31 gen 2022
- Tempo di lettura: 2 min

Avete mai sentito parlare di Scirubetta calabra? Ecco che in Calabria esiste una tradizione millenaria per la quale è possibile mangiare anche la neve!
Dico "anche" perché la mia terra natia è nota per un culto quasi del cibo e della buona tavola...difficile trovare miei conterranei che non siano di buona forchetta..!
Disse la mamma: "Solo un boccone veloce"
Ma ritorniamo alla nostra Scirubetta: si tratta di un dolce che può essere considerato considerato l’antenato dell'attuale sorbetto e che si ottiene da una manciata di neve pura (rigorosamente raccolta da luoghi incontaminati!) e da miele di fichi. Questo miele - altra tradizione ancora attuale calabra - viene preparato facendo bollire i frutti in un po’ d’acqua, al fine di ottenere più morbidezza e densità. In alternativa al miele di fichi, la Scirubetta può essere preparata anche con diversi altri ingredienti: succo d’arancia, limoni, bergamotto, cedro, caffè, cioccolata, anice o mosto cotto. In ogni caso, il risultato è un dessert dolce e freddo, più denso o maggiormente liquido a seconda della consistenza che vogliamo dargli. L’unione tra questi due ingredienti contrastanti la neve bianca (fresca e naturale) ed il miele di fichi nero (caldo e dolce) conferisce un contrasto di colori e di sapori davvero unico.
Ed ora vediamo un po' di storia di questa tradizione.
Andando a ritroso nel tempo, la Scirubetta veniva gustata non solo nel periodo invernale ma un po' tutto l'anno, grazie alle neviere, grandi buche sotterranee dove la neve migliore veniva raccolta e conservata ed isolata termicamente dalla paglia.
Etimologicamente parlando, la parola deriva dall'arabo "sherbet" (poi mescolato nella lingua turca) che significa “bevanda fresca”, da cui hanno avuto origine le parole italiane “sciroppo” e “sorbetto”. Attualmente lo sherbet è una bevanda tipica del Medio Oriente e dell’Asia meridionale composta da frutta o petali di fiore.
Apparentemente la preparazione di questo dessert può sembrare una cosa estremamente facile da fare: in realtà, nonostante gli ingredienti siano solo due, bisogna prestare attenzione a determinate cose: anzitutto occorre selezionare soltanto la neve “migliore” (altrimenti potrebbe risultare molto indigesta e/o tossica) raccolta sicuramente in luoghi incontaminati come la montagna. La neve infatti è come una spugna, assorbe gli agenti inquinanti, sia quelli presenti nell'atmosfera, che quelli del suolo. Poi occorre essere particolarmente veloci nel versare la neve in una grande pentola, unirla al miele di fichi e mescolare il tutto con una certa energia.
E allora, buona Scirubetta!
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